E' sempre più ridicola la gestione dei procuratori e relativi (non)regolamenti che li riguardano.
Una totale libertà di operare come credono, se non quando entrano in causa i presidenti (in quel caso le multe fioccano anche per stronzate, vedi rinnovi con DiDario di due anni fa) sta rovinando totalmente l'economia e la credibilità del gioco, destinando per il gaudio di pochi volponi a diventare un circo con neoiscritti che durano 2 settimane nonostante l'entusiasmo inziale e stipendi che saranno presto in gran parte a 7 zeri, con l'ovvio crollo del prezzo dei cartellini.
Un procuratore può liberamente vendere per più di 20 milioni la procura di un ragazzino promettente ad un nuovo iscritto, senza problema alcuno, nonostante quei soldi saranno recuperabili solo dopo 10 anni di gioco ed una perfetta carriera da squalo.
Il neoiscritto mollerà il gioco appena si renderà conto che non recupererà mai i soldi investiti, mentre le casse del procuratore venditore rimarranno belle piene per il futuro.
Era successo con Noschese, brillantemente sparito, ora è il momento di Serrone.
Orfani della rubrica "Do cazzo sta?!"??? Incapaci di imparare dagli errori del passato? No, semplicemente ipocriti.
I presidenti intanto si preparano a quel che li aspetterà, ovvero trattative con procuratori che cercheranno senza ritegno non solo di raddoppiare gli stipendi attuali, ma in alcuni casi di decuplicarli(!!!)
Il ruolo del presidente, che nella realtà è fondamentale ed iper-tutelato, nel Divin è sempre più bistrattato.
Alcuni presidenti in particolare, non simpatici al potere, incorrono o incorrerebbero in multe al minimo sgarro, e vendere un prodotto ad un neoiscritto a cifre fuori mercato e irrecuperabili sarebbe sicuramente fonte di reddito per la banca centrale e pubblico ludibrio per il disonesto che "agisce sul confine dell'illegalità".
Sfido molti iscritti, ora benpensanti, a mettere il nome di DiStefano al posto di quello del (solitamente onestissimo ed inattaccabile)Fali ed a giudicare i fatti in corso.
Difficile eh? L'orgoglio vince sempre, anche le aste.
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